
Rinascimento alla moda
La Moda nel Rinascimento: non solo una questione di stecche
La crescita artistica, economica e culturale del XVI secolo dà il via a quel periodo che viene comunemente definito “Rinascimento”. L’Italia vive un momento di splendore grazie alle attività mercantili e manifatturiere. Nell’abbigliamento, i nuovi canoni estetici e culturali si traducono in una ricerca di lusso e fastosità. Ma da quali indumenti era composta la moda nel Rinascimento? Cosa la influenzò?
La concezione culturale in netto evoluzione rispetto il Medioevo
Le fogge degli abiti sono sempre più ricercate ed elaborate e si modellano seguendo le linee dell’arte dell’epoca.

È importante notare come, nel Rinascimento, cambi la concezione culturale del mondo. Se fino al Medioevo arte e cultura erano strettamente legate al pensiero religioso, con il nuovo secolo l’attenzione si sposta su un realismo più concreto, che mette al centro del pensiero l’uomo, come protagonista della vita terrena e degli avvenimenti da lui determinati.
Le rotte commerciali della seta, del velluto e del broccato
Lo sviluppo di nuove rotte commerciali porta nuovi tessuti, presto apprezzati, quali: broccato, seta, velluto. L’abbigliamento diventa sempre più sontuoso soprattutto nelle corti italiane, la cui eleganza viene ammirata e copiata in tutta Europa.

Contrariamente ai secoli precedenti, il costume Rinascimentale si distingue per l’individualismo. Uomini e donne non hanno più il desiderio di uniformarsi alle correnti vestimentarie predominanti ma sentono il desiderio, la necessità, di esprimere sé stessi attraverso gli abiti. Non solo la bellezza interiore deve essere curata, ma anche l’apparenza esterna diventa un fattore essenziale nell’affermazione del sé: bellezza e ingegno devono unirsi e armonizzarsi. Ecco perché non meno importanti sono le norme riguardanti acconciatura, trucco e portamento.


L’abbigliamento femminile rinascimentale rispecchia la nuova posizione sociale che la donna va acquisendo.
Il corpetto e gli altri indumenti che hanno vestito uomini e donne in epoca rinascimentale
Per la prima volta il vestito è formato da un corpetto ed una gonna lunga, separati all’altezza della vita. Il corpetto, detto anche “giuppone” o “corsetto”, è imbottito e presenta stecche di balena o ferro. Le scollature sono ampie, mettendo in evidenza il seno e le maniche si stringono, spesso con tagli sui gomiti e sulle spalle (da cui puntavano sbuffi della camicia sottostante), tenuti insieme da nastri.

La gonna diventa estremamente larga, con numerose pieghe; sostenuta da una sottogonna rigida ed una struttura a cerchi di bamboo o una imbottitura di bambagia, chiamata “vertugade”. I colori preferiti sono le tinte profonde del rosso, dell’ocra, del verde. Spesso le donne indossavano una “sopravveste” ampia e ricca di ricami e ornamenti. La sopravveste poteva essere tenuta aperta dalla vita in giù, mostrando la gonna. Le maniche erano totalmente aperte lasciando a vista le braccia e l’abito sottostante.

Le camicie bianche erano ricche di pizzi e trine, che facevano mostra di sè da scollature e tagli. Lungo il secolo i colli si chiudono fino all’introduzione della “gorgiera”.

La moda nel Rinascimento: gli accessori
Tra gli accessori dell’epoca i guanti, che lasciano le dita ornate di preziosi anelli scoperte, le calze realizzate in maglia, le cinture da portare basse, arricchite da pietre e metalli preziosi. Tra i gioielli riscuotono maggior successo orecchini, reti per i capelli e collane di perle.
La donna rinascimentale porta i capelli in lunghe trecce raccolte e fissate intorno al capo, peculiare poi lo “scorticatoio” la rasatura dei capelli che rende la fronte particolarmente alta.
L’ideale di bellezza rinascimentale prediligeva capelli biondi e pelle chiara, invogliando le dame a passare ore con i capelli al sole – al fine di schiarirli – ed ad utilizzare biacca e allume per perfezionare l’incarnato secondo gli standard contemporanei.

L’abbigliamento maschile si compone di un “lucco”, una lunga sopravveste abbottonata davanti e con cappuccio, generalmente in rosso scuro o nero. Sotto il lucco, l’uomo benestante rinascimentale era solito portare il “saio”, una veste elegante in seta lunga fino al ginocchio. Un altro livello d’abbigliamento era dato dal “farsetto”, aderente e con maniche imbottite fino al polso e lo scollo alto. Sul finire del secolo il farsetto appare imbottito sulla pancia, secondo la moda francese, e prende il nome di “panceron”.

Legate al farsetto, c’erano poi le braghe, dalla linea gonfia, che arrivavano a mezza coscia o sopra il ginocchio, staccate dalla calza che era comunque sempre presente.
L’abbigliamento maschile era arricchito da cinture e gioielli, quali cammei, catene e anelli preziosi.
Per quanto riguardava il grooming maschile, anche gli uomini seguivano le mode dell’epoca con pelle chiarissima e guance rosate ed erano soliti scurire la barba.
È dall’epoca Rinascimentale che giungono i primi scritti storici di costume. La letteratura italiana dell’epoca accoglie i primi manuali con istruzioni su come vestirsi e truccarsi secondo le mode dei tempi; rivelando l’importanza sociale e culturale che il costume acquisisce nel tempo.

