I gemelli sfilano in passerella per la collezione Gucci SS23
Fashion

Il simbolismo del doppio: dall’arte sino alla collezione Gucci SS23

Twinsburg: alla ricerca del nostro io perduto con la collezione Gucci SS23

Moda, cinema, teatro, fotografia: l’arte non conosce limiti nello sperimentare la figura esoterica del gemello. Perché, dunque, tanto clamore per lo spettacolo della Gucci SS23 andato in scena durante la Milano Fashion Week?

Sono figlio di due madri: mamma Eralda e mamma Giuliana. Due donne straordinarie che vivevano nello stesso corpo. Si vestivano e si pettinavano allo stesso modo e si specchiavano magicamente. Quello era il mio mondo, perfettamente doppio e raddoppiato,” si legge nel comunicato ufficiale diramato dall’ufficio stampa di Gucci. E le affermazioni riportate nel virgolettato recano la firma di Alessandro Michele, l’artista che ha rivoluzionato il concetto di stilista, allontanandosi dalla tradizionale figura del sarto, ponendosi al centro della scena del fashion biz come comunicatore, performer, creativo a 360°.

Twinsburg. Gucci SS23
Twinsburg. Gucci SS23

Sperimentare più che reinventare. Il principale esercizio di Alessandro non è proporre una moda sbalorditiva ma esprimere un concetto. Come se le sue fossero delle rappresentazioni più che delle mere presentazioni. Al centro del λογεῖον “parlatoio” non ci sono corpi che si vestono di abiti ma figure che evocano un pensiero.

Due look della collezione Gucci primavera/estate 2023

Twinsburg gioca a questo gioco, producendo una tensione nel rapporto tra originale e copia. Come per magia, i vestiti si duplicano. Sembrano perdere il loro status di singolarità. L’effetto è alienante e ambiguo. Quasi una spaccatura nell’idea di identità, e poi, la rivelazione: gli stessi abiti emanano qualità diverse su corpi apparentemente identici. La moda, del resto, vive di moltiplicazioni seriali che non ostacolano l’espressione più genuina di ogni possibile individualità

I gemelli nelle arti

Alcune tribù americane stanziate sulle coste del Pacifico attribuivano, alla nascita dei gemelli, il frutto di un adulterio e pertanto venivano esiliati; allo stesso modo, alcuni gruppi etnici africani associano ai gemelli poteri maligni associati ai loro spiriti guida; pertanto sono perseguitati o abbandonati dai genitori.

La figura del doppio ha sempre affascinato le menti eccelse della letteratura internazionale tanto da creare, attorno al personaggio, un focus che spinge al successo l’opera. Citiamo il celeberrimo romanzo firmato da Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray con l’alter ego Dottor Jekyll. Nel racconto dei gemelli si è cimentato anche Alexander Dumas con i Fratelli Corsi e Lewis Carroll in Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.

Dorian Gray. Un frame della pellicola datata 1920.
Carlo Goldoni, I due Gemelli Veneziani. Locandina.

Anche la Commedia dell’Arte è stata foriera nel raccontare la simbologia dello sdoppiamento attraverso la figura del gemello. Un esempio fra tanti è I due gemelli veneziani di Carlo Goldoni, che racconta la storia di due fratelli omozigoti: uno intelligente e fascinoso e l’altro ignorante e sciocco, che vivranno un diverte scambio di persona.

Diane Arbus. Identical Twins, Roselle, New Jersey, 1967

Il tema del raddoppiamento è una costante nell’arte fotografica proprio per la sua natura riproducibile. La fotografia mostra tutto il suo potere ludico attraverso la possibilità di duplicare un soggetto. Con essa il personaggio si sdoppia; il gemello è il mezzo per creare un’illusione ottica, elaborata attraverso la tecnica del fotomontaggio.

ADV Gucci dedicata a Stanley Kubrick e il film Shining

Il cinema, infine, è prolifero di personaggi sdoppiati e proprio una coppia si lega a Gucci. Parliamo della pellicola diretta da Stanley Kubrick, dal titolo Shining. Nell’agosto del 2022 la maison fiorentina rende omaggio a Kubrick: “un cineasta filosofo che ha saputo, meglio di altri, restituire la magia di quell’intreccio inestricabile attraverso cui il cinema trasuda e magnifica la vita stessa“. Il direttore creativo della griffe ha poi continuato: “Un abito, per me, non è mai solamente un pezzo di stoffa, piuttosto lo strumento attraverso cui riusciamo a narrare chi decidiamo di essere, a mettere in forma i nostri desideri e il senso ultimo del nostro stare. Per questo motivo ho sempre pensato alle mie collezioni come a dei film capaci di restituire una cinematografia del presente: una partitura di storie, eclettiche e dissonanti, capaci di sacralizzare l’umano e la sua capacità metamorfica.

Ho fondato Volgare Italiano per un clic sbagliato. Senza ragionarci e senza la consapevolezza di averlo fatto. Ho lavorato sempre per gli altri avendo poca soddisfazione. Gli anni nell'editoria legata alla moda, bastano. Ora è il momento di guardare avanti. Sono un sagittario, capirete.