Horti sicci. Quando la natura entra in confidenza con l’uomo. Al Fuorisalone 2022 torna il fascino dell’erbario
Entrare in connessione con la natura, quella selvaggia, stando seduti sul divano della propria casa. Chiudersi dentro le quattro mura domestiche e immergersi nel benessere della natura. Al Fuorisalone 2022, entriamo in contatto con Portaluppi’s Herbarium: l’erbario ispirato da una importante dimora storica milanese.
L’uomo, sin dalla sua primissima evoluzione in primate, ha stabilito una certa confidenza con la natura dovendosi adattare al suo habitat. Si è cibato di foglie ed evolvendosi, ha nascosto la sue nudità con abiti rudimentali ricavati dalle foglie. Ha, poi, costruito strumenti di caccia, i primi mezzi di navigazione fluviale, le prime abitazioni.
Progredendo, ha iniziato a studiare le piante; ha stabilito la loro commestibilità, tossicità e i loro effetti benefici sulla salute.
Come attesta il giardino funerario di Sinuhé (dignitario egiziano vissuto nel 1900 a.C.) nell’Antico Egitto la vegetazione rigogliosa aveva il compito di accompagnare il defunto nell’aldilà. Le raffigurazioni parietali ci informano di fiori di loto (allegoria ciclo della morte/resurrezione), lattuga (simbolo di fertilità) e alberi di persea le cui foglie venivano adoperate per salutare il defunto e per creare ghirlande per i banchetti funerari.
Gli erbari durante il periodo greco-romano
Con l’interesse crescente per la filosofia, già nel VI-V sec a.C. molti uomini di mente si adoperarono per studiare e comprendere l’ordine e l’origine dell’universo. Crescente fu anche l’impegno nell’osservare il mondo vegetale, dalla morfologia alle proprietà alimentari e medicinali.

Il filosofo e botanico greco Teofrasto, discepolo di Aristotele, scrisse diversi trattati botanici. In Historia plantarum (Περὶ Φυτῶν Ιστορίας) cataloga le piante per specie, varietà e forme, descrivendone la categoria: alberi, cereali, piante erbacee e arbusti.

De causis plantarum (Περὶ φυτικῶν αἰτιῶν), invece, è un trattato più filosofico. Descrive attentamente l’influenza del clima sulle piante, la coltivazione e le cause della loro morte.
Gli erbari, dal Medioevo ad oggi.
Inizialmente erano dei piccoli libri illustrati corredati da una breve descrizione, spesso a carattere medico. L’erbario diverrà, nel tempo, una raccolta di foglie esiccate, utilizzate per individuarle e classificarle scientificamente, secondo gli studi botanici. Anticamente, dunque, l’erbario era un libro con illustrazioni miniate che ne descriveva l’intero ciclo vitale, le proprietà e l’utilizzo in medicina e nelle culture.

Il primo erbario fu scritto da un medico dell’Asia Minore (località Cilicia) il cui nome è conosciuto come Anazarbo. Una volta giunto a Roma, nel I d.C:, scrisse la sua principale opera: De materia medica. Fu tra i libri di maggior successo nel Medioevo, preso come fonte di ispirazione dagli scriba. Da una prima sommaria e grossolana illustrazione, però, si passò a disegni sempre più dettagliati come confermano gli erbari pregiati provenienti dalle Fiandre.
Portaluppi’s Herbarium: l’erbario sulle pareti di casa
È un progetto nato da una collaborazione tra Pictalab Milano (un laboratorio di decorazione d’interni fondato da Orsola Clerici e Chiara Troglio) e l’interior designer Nicolò Castellini Baldissera, nipote dell’architetto Piero Portaluppi che dà il nome a questo herbarium. Portaluppi, tra gli architetti più in vista dell’architettura milanese del ‘900, a suo tempo restaurò la Casa degli Atellani (datata XIV secolo circa), che fu la dimora storica di Ludovico il Moro, Duca di Milano. Arricchì, quindi, gli spazi domestici con elementi botanici di rara bellezza.

Clerici e Troglio iniziano il percorso da decoratrici insieme. 15 anni fa entrano in contatto con l’architetto Piero Castellini (nonno di Nicolò) e negli anni della loro collaborazione, frequentano spesso la sua dimora (Casa degli Atellani, appunto). Rimangono colpite dall’orto botanico, così florido e ricco di specie, tanto da far germogliare, in loro, il progetto dell’herbarium: “La prima volta che siamo state nella sua casa è indimenticabile, quello che si dice ‘rimanere a bocca aperta“, afferma Orsola.


Il progetto, però, prenderà il via solo nel 2021 con l’incontro tra Orsola, Chiara e Nicolò. “Quando capita di incontrare persone creative con cui scatta una certa sinergia è una cosa bellissima.” dice Orsola “Sia per noi che possiamo mettere la nostra creatività e il nostro saper fare a servizio di un’idea, sia, credo, per i progettisti che hanno bisogno delle nostre mani per poter realizzare ciò che hanno in mente.”

Come nasce il progetto Portaluppi’s herbarium presentato alla Milano Design Week.
Il processo ha previsto lunghe sessioni di pittura e scatti fotografici che si alternavano per poter riprodurre, nei minimi dettagli, le piante e tutti gli elementi presenti in quel preciso spazio.
Successivamente, i dipinti sono stati digitalizzati per ottenere dei file in alta risoluzione che permettessero di gestire i diversi elementi (piante, prato, tenda, griglia della serra) in modo indipendente.


In Portaluppi’s Herbarium convivono perfettamente artigianalità e innovazione tecnologica; il progetto rivendica lo stile e la creatività meneghina, legata al concetto di “living in beauty”. È il saper riconoscere e scoprire, il ricercare, e il saper valorizzare ciò che è bello perché nel bello si riconosce il valore di portare un po’ più di gioia nella nostra vita. Richiede molta curiosità, vitalità, attenzione, capacità di osservazione e di ascolto. Anche ironia, voglia di giocare e stupire.
Photo Courtesy – press office.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE
Erotismo a Pompei: una mostra racconta le abitudini a letto dei pompeiani
Design as postulation, MoMA 1972: mostra a cielo aperto a Milano