
Le origini della Pastiera Napoletana. Il dolce della Pasqua che da Napoli conquista il mondo intero
Siete sicuri di conoscere davvero tutto sulla Pastiera Napoletana? Non solo vi raccontiamo le sue origini ma vi diamo anche una ricetta collaudata
La Pastiera Napoletana è la regina della tavola pasquale: ricca di sapori, buona e antica come un mito.
Facciamo un salto nella mitologia greca. Partenope: battuta nel canto di Orfeo, si getta in mare assieme alle Argonautiche orfiche Ligea e Leucosia. Disperate, si lasciano risucchiare dal mare per essere, poi, trasformate in scogli. Ulisse, la loro morte è stata causa tua!
Un canto ammaliante scivola sul fondo del mare, trascinando i loro corpi lontano dagli occhi di Ulisse; le correnti marine spinsero Partenope nel Tirreno, a Castel dell’Ovo.

Il Mito di Partenope e l’origine della Pastiera Napoletana
La gente comune è sempre stata attratta dalla mitologia tanto da sentirsi ossequiosa nei riguardo delle figure principali del mito greco. Così, proprio nel Golfo di Napoli, alcuni abitanti misero in scena una sorta di riguardo, omaggio, a Partenope: figlia di Melpomene, la musa della tragedia. A lei, la popolazione portava in dono sette ingredienti: la farina, simbolo di ricchezza; la ricotta, simbolo di abbondanza; le uova, emblema di fertilità; il grano cotto nel latte, che simboleggiava la fusione di regno animale e vegetale; i fiori d’arancio; le spezie, omaggio di tutti i popoli; e lo zucchero a omaggiare la dolcezza della melodia emessa dal canto delle sirene. La leggenda narra che Partenope dopo aver ricevuto i doni, li mescolò creando la pastiera napoletana.
Il dolce, probabilmente, nacque a San Gregorio Armeno per mano di una suora che volle realizzare un dolce capace di esprimere la simbologia cristiana legata alla Santa Pasqua: uova, ricotta e grano (il significato è scritto su n.d.r.) con l’aggiunta dei fiori d’arancio, raccolti nel giardino del convento che la ospitava e lasciati macerare nell’acqua. Ad approvare il miscuglio di ingredienti fu la regina Maria Teresa D’Austria, moglie di Ferdinando II di Borbone e conosciuta per il suo perenne broncio. Si racconta che dopo averla assaggiata, la regnante si lasciò andare in un appagante sorriso.
La ricetta della Pastiera Napoletana
Per la frolla.
- 500 g di Farina 00
- 200 g di Zucchero
- 300 g di Burro
- 60 g di Tuorli (circa 3 tuorli)
- 50 g di Uova (circa 1 uovo intero)
- 10 g di Sale
- 1/3 di Baccello di vaniglia
- 1/4 Scorza di limone
Il ripieno.
- 140 g di Latte
- 120 g di Uova
- 120 g di Arancia candita
- 240 g di Grano cotto
- 100 g di Crema pasticcera
- 39 g di Zucchero a velo vanigliato
- 140 g di Zucchero
- 0.02 g di Sale
- 202 g di Ricotta
- q.b. Scorza d’arancia
- q.b. Scorza di limone
- 2 gocce di Aroma fior d’arancio
- 1 pizzico di Cannella in polvere
PROCEDIMENTO
Setacciare la ricotta di mucca e lasciare in frigo per 24 ore. Unire lo zucchero, i semi di vaniglia e lo zucchero a velo. Frullare. Aggiungere la crema pasticcera al composto ottenuto. Incorporare, poi, il grano cotto (si trova facilmente nei supermercati), la frutta candita, la scorza grattugiata di limone e arancia; aggiungere, sempre mescolando, il latte e il sale.
Lo step successivo è imburrare due stampi da 22/24 cm nel quale si stenderà la passerà la frolla già stesa. Distribuire il ripieno nello stampo e decorare con sette strisce di pasta frolla. Infornare a 180° per circa 50 minuti o, almeno, finché la sua superficie non sarà ben dorata. Sfornare e servire fredda.
In copertina, scatto di Mani, amore e fantasia
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