
Caffettiera Napoletana, un omaggio a Riccardo Dalisi
Riccardo Dalisi, design di fama internazionale, ci ha lasciati nei giorni scorsi. Lo ricordiamo con la sua Caffettiera Napoletana di Alessi
A Napoli, il caffè è un rituale quotidiano che non può mancare nelle case. Chiunque, mettendo piede fuori dal letto, si avvia verso la cucina per prepararsi un ottimo caffè, con i chicchi appena macinati, per un aroma più intenso. Proprio alla città del mare e del Vesuvio, Riccardo Dalisi (Potenza il 1 maggio1931 – Napoli 10 Aprile 2022) realizzò una caffettiera napoletana che è simbolo di un design italiano, intramontabile.

Dalisi è stato un archistar capace di trasformare la sua passione per l’architettura, nel successo più acclamato nell’home decor, con i suoi rituali domestici che son valsi un Compasso d’Oro nel 1981.
La sua attività si è svolta principalmente in Campania ma le opere principali sono estate esposte nei maggiori poli museali al mondo: Musèe des Art Decoratifs, Parigi; Museo di arti decorative, Groningen – Olanda; Denver Art Museum, Denver-Colorado; Museo d’Arte, Montréal – Canada; Museo della Triennale di Milano.
La Caffettiera Napoletana
Riccardo Dalisi è stato tra i progettisti che hanno frequentato l’atelier Alessi. Della sua Fabbrica dei Sogni, Alberto Alessi racconta l’affetto che lo legava ai creativi che si cimentavano in nuovi progetti. Scriverà: “Dagli anni Settanta ho lavorato con alcune centinaia di progettisti” […] Sono stato fortunato: ognuno di questi incontri m ha lasciato qualcosa di significativo. Mi affascina osservare come l’Immensità del Possibile si concretizzi in immagini e linguaggi, gesti e pensieri sempre diversi ma tutti volti all’eroico tentativo di esprimere qualcosa di più grande di noi“. Tra questi, Dalisi ha forse scritto la storia più lunga di Alessi, con il progetto della sua Caffettiera Napoletana realizzato in un arco temporale che va dal 1979 al 1987.


“Quella di Dalisi – dirà Alberto Alessi – era cominciata con una vasta indagine socio-antropologica sul modo di usare la caffettiera e di intendere il caffè nei piccoli paesi dell’entroterra napoletano, poi ha prodotto negli anni, oltre a molte cartelle di scritti e schizzi, decine e decine di prototipi, alla fine più di duecento, tutti diversi tra loro, tutti perfettamente funzionanti, tutti in latta: mi arrivavano nei modi più strani, per lo più con vettori improvvisati, avvolte in carta da disegno con ancora schizzi di caffettiere oppure dentro anonime scatole di cartone per scarpe che allora giudicavo bellissime.”

Questo progetto permise ad Alessi di aprire il suo mondo industriale all’esperienza concettuale dell’artigianato. La moka napoletana prese forma dalla Commedia dell’Arte napoletana; con i suoi personaggi caricaturati che paiono muoversi, nella loro statica posizione.
Riccardo Dalisi, il Compasso d’Oro 1981.
“Il Compasso d’oro è stato dato, inconsapevolmente, non alla ricerca ma all’anelito che è al di dentro di un rito; ora è diventato racconto, rocambola di Pulcinella. In questa divaricazione sta forse il bandolo della matassa. Nella nostra città ogni cosa si arricchisce di racconto che può degenerare in incertezza. Qui è la dispersione che produce la città in ogni campo, ma qui si nasconde il risvolto, l’apporto singolare che Napoli può dare… Un design di ricerca io lo vedo come un sasso buttato in un laghetto: intorno si sollevano subito i cerchi della sperimentazione che servono a saggiare la vitalità e la forza di ciò che si cerca.. Ho l’impressione che bisogna ampliare lo sguardo: design non è una scatola confezionata; come stanno le cose è pronto a percorrere altre strade, dobbiamo condurlo per altre strade, quelle che abbiamo imparato a conoscere per non perdere alla fine noi stessi”.

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