Libreria Studium, profumi venezia
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Il senso dei profumi per Venezia

Storia di viaggio nell’affascinante mondo dei profumi di Venezia

Venezia a primavera. Periodo perfetto per visitare la Serenissima. Il clima è mite, la folla è ancora in là da venire, si può gironzolare fra le calli a naso in su, ammirando il dipanarsi delle architetture che, come pizzi antichi, incorniciano la città, rispecchiandosi nei mille canali. E proprio il naso, ed il senso dell’olfatto, il protagonista del viaggio che oggi vi propongo. Seguitemi.

La storia dell’arte profumiera veneziana è antica quanto la città stessa; e Venezia è una città plurimillenaria. La Porta d’Oriente è stata per secoli la patria di mercanzie indissolubilmente legate al lusso e, di fatto, non c’è cosa più effimera e lussuosa dei profumi.

Secolo dopo secolo le botteghe veneziane dei profumieri hanno creato essenze rare, profumi delicati e ricercati, cosmetici e pomate odorose, inondando l’occidente con una sinfonia aromatica che evocava luoghi misteriosi, lontani ed affascinanti. Secolo dopo secolo i Mercanti di Venezia iniziavano le corti nordeuropee ad un mondo fatto di raffinatezza, eleganza, esclusività, avvolgendo il tutto con i pregiati lacci dei profumi.

Gyokuro
Gyokuro
Profumi  Venezia
Le rotte veneziane nel 1200
Venezia Sàl. 1600

Profumi di Venezia: la storia della famiglia Vidal

Venendo ai tempi moderni una dinastia, che da secoli è presente nel Libro d’Argento delle famiglie originarie di Venezia, si è contraddistinta in questa arte antica e quasi misteriosa: i Vidal.

Per chi, come me, ha più di un filo d’argento fra i capelli il nome Vidal rievoca una famosa pubblicità degli anni Settanta, con un cavallo bianco che correva lungo le sponde di un lago ed una voce che raccontava l’inconfondibile fragranza dei loro bagnoschiuma.

Da allora molta strada è stata fatta. Nel 1986 il “patron” Massimo Vidal creò Mavive, azienda oggi licenziataria dei marchi Furla, Police ed Ermanno Scervino. Nel 2013 suo figlio Marco Vidal (nato nel 1981) crea il brand “The Merchant of Venice”, lanciando sul mercato una vasta gamma di fragranze che si rifanno proprio all’antica tradizione dei maestri profumatori veneziani.

Ritratto di Marco Vidal
Marco Vidal
La Fenice profumi venezia
La Fenice

Questo viaggio nell’affasciante mondo dei profumi di “The Merchant of Venice” ha inizio dalla storica Spezieria e Farmacia all’Ercole d’Oro a Santa Fosca, nel Sestiere di Cannaregio. A Venezia è conosciuta per la raffinatezza del mobilio e della vaseria, arrivati entrambi intatti dal 1600. Un ambiente di impareggiabile bellezza, meta quotidiana di ammiratori da tutto il mondo. Basta varcare la soglia per respirare l’essenza stessa della storia veneziana.

Palazzo Mocenigo: il Museo del Profumo di Venezia

Altra tappa obbligata, giusto a dieci minuti di distanza, è il Museo del Profumo a Palazzo Mocenigo. Defilato rispetto ai palazzi che sorgono sul Canal Grande, è un imponente e signorile dimora, di impronta seicentesca, lasciata in eredità nel 1945 al comune di Venezia dall’ultimo esponente della casata il Conte Alvise Nicolò Mocenigo.   Sede dal 1985 del Museo di storia del Tessuto e del Costume, dal 2013, grazie all’apporto della famiglia Vidal, ospita anche il nuovo Museo del Profumo. In cinque sale si dipana la storia dell’arte profumiera veneziana, e fa bella mostra.

la ricostruzione di un antico laboratorio da muschiere (termine che in un lontano passato indicava la professione dei maestri profumatori veneziani).

Museo del Profumo di Venezia
Museo del Profumo di Venezia
Flamant Rose EDP
Flamant Rose EDP
Bottega Cini, profumi
Bottega Cini
Imperial Emerald
Imperial Emerald
Colonia Veneziana. Profumi Venezia
Colonia Veneziana
Bottega Cini, facciata negozio
Bottega Cini, facciata negozio
Bottega Cini, profumi
Bottega Cini

Attraversato il Ponte di Rialto si arriva alla tappa successiva, il Campo di San Fantin. Qui, a due passi dall’ingresso del Teatro alla Fenice, si apre la meravigliosa farmacia creata nel 1846 dall’architetto Giambattista Meduna. Fra gli antichi rivestimenti in noce e le quattro sculture di Pietro Zandomeneghi (la Botanica, la Medica, la Chirurgia e la Fisica) fanno bella mostra di sé i flaconi in vetro di Murano creati per accogliere essenze dai nomi evocativi: La Fenice, Nobil Homo, Venezia 1600, Imperial Emerald e Segreti Nobilissimi.

Bottega Cini

Da un ponte all’altro attraversando il Ponte dell’Accademia arriviamo alla Galleria di Palazzo Cini, di fronte alla quale si apre l’omonima Bottega Cini. Questa “bottega artigianale” nasce dalla sinergia fra i Vidal, la Fondazione Archivio Vittorio Cini e Museyoum, impresa sociale collegata all’arte, all’innovazione, alle tecnologie virtuali e all’intelligenza artificiale.

Il fine è mantenere viva la tradizione veneziana che riguarda la produzione ed il commercio di raffinati beni artistici e di consumo: libri, vetri, profumi, oggetti, strizzando l’occhio alla nuova realtà virtuale ed immersiva.  

Libreria Studium
Libreria Studium

Tra le eccellenze: il laboratorio dell’Impiraressa Marisa Convento per la produzione di collane e monili (Impiraressa, letteralmente infilza perle), l’antica vetreria NasonMoretti, le case editrici Marsilio e Lineadacqua, l’antica cartiera artigiana Toscolano 1381.

Infine, nei pressi di Piazza San Marco, in calle de la Canonica, si trova la Libreria Studium, nuovo investimento di Marco Vidal e “atto d’amore” verso il mondo culturale veneziano. La libreria è un punto d’incontro storico per studiosi e studenti. Il 10 aprile riaprirà in un’ottica di elegante accoglienza, offrendo un nuovo catalogo dei titoli disponibili, allargato e rinnovato attraverso la collaborazione diretta con le migliori case editrici veneziane, italiane, francesi, inglesi, spagnole e tedesche.

In questi tempi di crisi, che colpisce fortemente il settore dei libri, investire nella cultura è un atto rivoluzionario. Ma gli spiriti innovativi sanno vedere oltre e mettere le basi per un nuovo futuro.

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Ammiro il coraggio della redazione di Volgare Italiano. Chiedermi di scrivere degli articoli, lasciandomi per giunta carta bianca nella scelta delle tematiche e dello stile, lo ritengo un grande atto di coraggio, o di follia, o di entrambe le cose assieme. Tutto sommato, se dovranno rammaricarsi o rallegrarsi per questa scelta, non dipende né da me, né da loro, ma da voi lettori. Perché Dottor Divago? E’ presto detto. Perché amo divagare da un tema all’altro, anzi lo faccio proprio con dovizia ed impegno. Non ho la presunzione di conoscere tutto, sia ben chiaro, però ho l’ardire di amare il bello, aggettivo qualificativo che applico ad ogni aspetto della vita nella sua forma più assoluta. Sinché durerà la collaborazione con Volgare Italiano, toccherò sempre con grande leggerezza vari argomenti disparati fra loro, con l’unico obbiettivo di offrirvi una distrazione dalle vostre occupazioni quotidiane (se piacevoli lo deciderete voi). Il fatto di non essere un accademico né un critico ma una persona normalissima, a volte troppo, quanto vorrei avere ogni tanto un barlume di follia, mi regala l’occasione di dialogare di tutto senza addentrarmi troppo nei dettagli. Del resto la curiosità rappresenta una porta semi aperta sulla conoscenza, e se anche per un attimo avrò suscitato in voi questa sottile sensazione che vi porterà ad approfondire “motu proprio” un qualsivoglia argomento, sarò soddisfatto (e lo sarete anche voi, fidatevi). Di cosa si può parlare con leggerezza? Di tutto. Basta farlo con garbo, eleganza ed ironia. Tre qualità che andrebbero applicate in ogni aspetto della vita, soprattutto in tempi sospetti quali sono i nostri, dove scivolare nel cattivo gusto pare sia ormai must quasi irrinunciabile. Personalmente ritengo che la massima di Andy Warhol “in futuro tutti saranno famosi per quindici minuti” sia stata presa un po’ troppo sul serio, e preferisco di gran lunga un'altra sua frase “credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare”. Ecco, aggiungerei che, oltre a non rovinarla, sarebbe anche carino cercare di renderla un luogo migliore, fosse anche per provare sulla propria pelle un emozione diversa dal solito. Ecco, divago, lo so, è inevitabile. Tornando agli argomenti non vi tedierò con un infilata di temi, tematiche e note a margine: è cosa che detesto quasi quanto le tasse, ma sempre meno delle promozioni telefoniche. Diciamo che vi sono tante sfumature di colori, più di quante ve ne siano in un arcobaleno, nella storia, nell’arte, nella moda e nelle mode, nel saper vivere, nel recitare su di un palco come nella vita. Di questo mi occuperò, sempre se la redazione non cambierà idea dopo questo articolo. Gli spiriti liberi sono pericolosi per loro stessa natura: non imbrigliati nelle reti del pensiero corretto si permettono l’oltraggiosa arte del Divagare senza una meta prefissa. O forse l’hanno. Vedremo.