Fruit of my hands
Interviste,  Lifestyle

Fruit of my hands, intervista alla ceramista Elisa Cucuzza

Elisa Cucuzza ci racconta Fruit of my hands: oggetti d’arredo unici, concepiti e realizzati in Italia e che valorizzano l’artigianato del nostro Paese

Fruit of my hands è un piccolo marchio di artigianato italiano, nato dalla passione, di Elisa, per la ceramica. La designer può essere definita una figlia d’arte essendo, il capofamiglia, titolare di un’azienda di illuminazione in ceramica, eredita dal padre.

Le sue opere sono pezzi d’autore, ripetibili ma mai uguali. Elisa, inoltre, lavora anche su commissione, accreditando l’autenticità della piccola azienda.

Cuore anatomico. Rosso lucido. Fruit of my hands
Cuore anatomico. Rosso lucido.

Elisa, una Psicologa Clinica con le mani nella terracotta: come fai a conciliare lavoro e passione?

Penso ogni giorno che mi servirebbero giornate di 34 ore per riuscire a fare tutto secondo i miei tempi, senza correre, ma dato che ciò non è possibile, corro! E’ sicuramente faticoso, soprattutto mentalmente ed emotivamente, conciliare lo sviluppo della mia carriera clinica con quello della mia passione artistica, ma quando si tiene tanto a qualcosa si è disposti ad accettare anche la fatica e a fare dei sacrifici.

Una cosa che sicuramente mi aiuta molto è procedere sempre un passo alla volta, senza voler fare troppe cose insieme, questo mi rende più concentrata sia davanti ad una persona, che davanti ad un pezzo di argilla e le due cose non sono così diverse come sembrano.

Vaso Mente fiorita. Bianco etrusco e foglia rame.
Vaso Mente fiorita. Bianco etrusco e foglia rame.

Ti ha insegnato qualcuno a lavorare la ceramica?

Spesso le passioni non nascono per caso ed io ho avuto la fortuna di avvicinarmi al mondo della ceramica e dell’artigianato grazie a mio padre, che è titolare di una fabbrica di illuminazione in ceramica, fondata da mio nonno nel 1956. Quando ero bambina mio padre mi portava con sé in ditta e io mi mettevo a giocare con l’argilla o a decorare con i colori. Anche se la creatività e la manualità sono capacità innate, sicuramente ho ricevuto i giusti stimoli fin da piccola.

Adesso, a 25 anni, ho deciso di riconnettermi con quella “me bambina”, per poter rendere una passione quel gioco creativo che tanto mi piaceva e questo è stato possibile grazie all’esperienza di mio padre, al legame che ci unisce e ai suoi insegnamenti quotidiani.

Il pezzo forte di Fruit of my hands

Qual è il pezzo forte della tua collezione?

Per me è sicuramente Luis, un bambino astronauta che ho creato un giorno in cui non avevo idee.

Modellai una figura umana che non mi diceva nulla, così iniziai a fissarla per provare a vederci qualcosa di buono, come faccio sempre quando una forma non mi convince. Ci vidi Luis, quel bambino dentro di noi che sognava di diventare astronauta, di evadere un giorno da questo mondo per fluttuare nell’universo e fare grandi cose. Luis è il bambino che ci ricorda di sognare in grande, di crederci, di provare. Noi ci dimentichiamo spesso di lui, ma lui si ricorda sempre di essere esistito.

Vaso Luis.
Vaso Luis.

Ogni oggetto è un pezzo unico, quasi irripetibile: è questa la marcia in più del tuo marchio o c‘è dell’altro?

Sicuramente l’unicità è il valore aggiunto di qualsiasi creazione artigianale, nel mio caso, posso dire che oltre a realizzare un oggetto che mi soddisfa esteticamente cerco sempre di dargli un’utilità o un significato, che possono essere dati anche da un’altra persona, dal momento che creo ceramiche anche su richiesta, a partire da un’idea completamente personale che non ho mai realizzato prima.

Con quale obiettivo hai fondato Fruit of my hands?

L’obiettivo principale che mi ha spinto a condividere con gli altri le mie creazioni è sicuramente quello di provare a far arrivare alle persone il messaggio che gli oggetti di cui ci circondiamo, oltre che belli per il proprio gusto estetico, possono essere anche estremamente personali, modellati su di sé come un abito e caricati di un messaggio che si può avvertire guardandoli.

Credo che nell’epoca in cui il gusto e le scelte sono comandate soprattutto dalla moda e dal giudizio degli altri, forse recuperare un po’ il contatto con la propria diversità e originalità non può che farci bene.

L’ispirazione

Qual è la tua principale fonte di ispirazione?

Credo la mia sensibilità, che mi permette di cogliere tante piccole cose, di analizzarle, comprenderle e trasformarle. Come accennavo prima, le persone e l’argilla non sono così diverse e anche il processo creativo, come quello terapeutico, richiede un’analisi e una trasformazione che hanno bisogno di tempo.

Vaso Cloride. Acqua marina e foglia oro.
Vaso Cloride. Acqua marina e foglia oro.

Tre aggettivi per descrivere il tuo marchio.

Anche se non è un aggettivo direi che Fruit of my hands è  “tante cose”, perchè realizzo qualsiasi cosa venga in mente a me o ai miei clienti, senza impormi troppa coerenza e omogeneità di stile o di tipologia di oggetti. Poi direi “espressivo”, nella speranza che le mie creazioni possano comunicare qualcosa a chi le guarda e le possiede. Infine, lo definirei “soggettivo” perché la funzionalità e la “personalità” possono essere attribuite alle mie ceramiche in maniera diversa da persona a persona e questo, per me, non fa altro che valorizzare il fatto prezioso che ognuno vede attraverso i suoi occhi.

Le ceramiche di Elisa Cucuzza le trovi su Instagram

In copertina Vaso Apheleia. Bronzo dorato e foglia oro.

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Ho fondato Volgare Italiano per un clic sbagliato. Senza ragionarci e senza la consapevolezza di averlo fatto. Ho lavorato sempre per gli altri avendo poca soddisfazione. Gli anni nell'editoria legata alla moda, bastano. Ora è il momento di guardare avanti. Sono un sagittario, capirete.